Il senso di appartenenenza ai tempi dello Smart working  

Agosto 2020
IL SENSO DI APPARTENENZA AZIENDALE - DUE TESTIMONIANZE

Di recente ha fatto scalpore la notizia che JP Morgan, in controtendenza con lo smartworking imperante, ha richiamato i suoi lavoratori: dal 21 settembre dovranno tornare in ufficio perché lavorando da casa si è registrato un crollo della produttività. I giovani, in particolare, con lo smart working perderebbero la possibilità di imparare, che invece resta garantita lavorando in sede, soprattutto ne risentirebbe il loro coinvolgimento.

Il senso di appartenenza aziendale è fondamentale per garantire alte prestazioni, sia della propria impresa che dei dipendenti coinvolti, i dipendenti più coinvolti sono anche quelli più produttivi, proprio perché più soddisfatti. Essere "engaged" significa sentirsi parte della realtà aziendale per cui si lavora, condividerne i valori e la visione, provare un sentimento d’affezione che permette al lavoratore di diventare parte di una squadra.
Pare che La.So.Le. Est ci sia riuscita, stando alle testimonianze dirette di due dipendenti, che lasciano l'azienda dopo oltre 40 anni di onorato servizio e desiderano esprimere gratitudine e ringraziare i titolari e i colleghi per averli fatti sentire quasi parte di una famiglia.

Patrizia, Pat, Patty, Patry o Patrizzzzia, è entrata in azienda quand'era solo una ragazzina. Appena uscita dalla terza media e con un semplice corso di dattilografia in mano, è stata ingaggiata, "tra le chiacchiere di osteria" con suo padre, da Vittorio Garzitto capostipite e primo fondatore della La.So.Le. Est. Tanta voglia di fare e soprattutto la passione, l'hanno trasformata in una supervelocissima dattilografa, l'unica a saper usare il telex, e nel corso degli anni, "sopportata e supportata" da tutti, è diventata una delle protagoniste indiscusse dell'avventura aziendale, punto di riferimento per clienti e fornitori, figura cardine che ha saputo coordinare, nel tempo e tra le molte difficoltà, l'ufficio e la produzione. Il suo grazie commosso è per la forza e il coraggio che ha sempre ricevuto da tutti, insieme a tante soddisfazioni, emozioni e dimostrazioni d'affetto, non senza qualche arrabbiatura, "da tutti ho imparato moltissimo" riconosce emozionata.

Luciano è arrivato in La.So.Le. Est per caso, accettando un passaggio da Vittorio Garzitto, sempre lui! Puntuale il suo racconto che parla della trasformazione dell'azienda da piccola ditta nata nel cortile di casa a grande azienda super moderna e automatizzata.
"Quando sono arrivato qui ho visto una famiglia con tanta voglia di fare e che lavorava sodo e coinvolgeva i dipendenti nel lavoro. Sicuramente in questi tanti anni, posso dire di ammirare tutti loro per essere riusciti a creare una ditta come ce ne sono poche: sana, robusta, specializzata e unica nel suo settore. La forza di Lasole è proprio questa. E' un bell'ambiente in cui lavorare perché fatto da belle persone. Ogni mattina tra i colleghi non è mai mancato il “bundì”".
E conclude: "Tutto quello che posso dire è di augurare a Lasole ancora tanta vita, e che le generazioni presenti e future possano continuare a seminare e raccogliere come hanno fatto quelle di prima, mantenendo la semplicità e la forza che c'è sempre stata."

Sono storie che meritano di essere raccontate. Sono la storia di Lasole.